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EbioScart: bioprodotti da scarti di Ficodindia di Sicilia per un’economia circolare.
Nell’ottica di un’economia circolare e della valorizzazione di un prodotto straordinario come il ficodindia di Sicilia, ha preso avvio il progetto EBioScart – GO FICO, che punta al riutilizzo, anche tramite fonti di energia rinnovabili, dei sottoprodotti e degli scarti delle produzioni siciliane di Opuntia Ficus-indica. Finanziato con la sottomisura 16.1 del Psr-Sicilia 2014-2020, si inserisce nella filiera ficondindicola dei 3 poli siciliani: Etna, Roccapalumba, Santa Margherita di Belice. Il progetto, già inaugurato online il 21 maggio scorso e ufficialmente presentato in conferenza stampa il 30 luglio 2021 a Biancavilla (Ct), ha come soggetto capofila il Parco Scientifico e tecnologico della Sicilia (PSTS), Innovation Broker l’agronomo Carmelo Danzì, e nasce dalla sfida di un gruppo di imprenditori agricoli che hanno intuito che i diversi prodotti che si possono ricavare dalla pianta di ficodindia possono conquistare sul mercato margini di guadagno veramente interessanti, con trend crescenti. Coinvolti nelle diverse attività sono aziende leader del settore, come l’azienda agricola Mulino Fiaccati, di Laura Bonanno; l’azienda agricola Garufa di Lucia Bonanno; l’azienda agricola Giacomo Abruzzo, l’azienda OP La Deliziosa; ma anche soggetti estranei alla produzione, come il gruppo Ficurinia Srls e Promoter Group Spa. Nel progetto si inseriscono poi i soggetti pubblici e privati detentori dell’innovazione come l’Università degli Studi di Catania, Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente (Di3A)
![frutto, fiore](https://i0.wp.com/www.digiteller.it/wp-content/uploads/2021/09/cosmesi...jpg?resize=626%2C417&ssl=1)
Il progetto EbioScart e le sue ricadute
Il progetto mira a introdurre e sviluppare un processo di estrazione industriale green di bioprodotti dagli scarti di prodotto fresco non commercializzabile, attraverso nuove metodologie di produzione per il settore ficodindicolo con un vero e proprio “Laboratorio collettivo di trasformazione”, e al contempo ad accompagnare le aziende agricole coinvolte in un processo di modernizzazione gestionale di tracciabilità dei prodotti ma anche di sostenibilità ambientale con l’introduzione di innovativi metodi di gestione irrigua con l’utilizzo di mucillagini residuali quali fertilizzanti naturali. Le attività si inseriscono nella filiera ficondindicola dei 3 poli siciliani: Etna, Roccapalumba, Santa Margherita di Belice. Nell’ottica della moderna economia circolare si restituisce alla terra ciò che dalla terra è stato sottratto con l’impiego del digestato sotto forma di fertilificazione.
La riutilizzazione degli scarti di produzione/lavorazione per la creazione di prodotti ad elevato valore aggiunto potrà generare incremento dei margini di redditività aziendali per le aziende e un’opportuna collocazione sul mercato dei nuovi prodotti, e renderà al contempo più sostenibile l’intero ciclo contribuendo a smaltire gli scarti. Le innovazioni possono incidere sensibilmente sul tessuto economico e sociale regionale: attivando nuove opportunità d’impresa e di occupazione; sostenendo in modo significativo le fasi produttive e di trasformazione/commercializzazione dell’intera filiera ficodindicola; sviluppando la fase industriale che interessa il comparto al fine di sostenere il reddito dell’agricoltore.
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L’obiettivo di EbioScart
L’obiettivo del progetto EbioScart è quello di valorizzare e riutilizzare sottoprodotti e scarti delle produzioni di ficodindia siciliane per ottenere nuovi bioprodotti ad alto valore aggiunto quali pectine, betanine (coloranti), oli, mucillagini e succo concentrato utilizzabili, di rilevante impiego nei settori dalla cosmesi, della farmaceutica, della nutraceutica, con importanti margini di guadagno per le aziende coinvolte e trend in crescita. Pectine, betanine ed oli essenziali costituiscono una recente opportunità di valorizzazione degli scarti dei fichidindia, produzione localizzata per il 90% circa in Sicilia e attualmente orientata prevalentemente al
consumo allo stato fresco dei frutti. La produzione di pectine, coloranti e oli costituisce un’opportunità concreta di sostegno della redditività del sistema produttivo ficodindicolo regionale, poiché in grado di rappresentare nuove possibilità di valorizzazione del frutto fresco di basso valore di mercato, altrimenti destinato a diventare uno scarto.
Il progetto EBioScart – GO Fico si pone l’obiettivo di creare ciò che oggi non esiste un processo su scala
industriale che, partendo da un prodotto ficodindicolo di scarto o non idoneo alla commercializzazione, approdi con un criterio “pig like” alla estrazione di tutti gli elementi utili e che presentano un mercato di scambio.
Dalla valorizzazione del Ficodindia ai Bioprodotti da scarti per un’agricoltura 4.0 e un’economia circolare di sostenibilità
Partendo dal frutto inteso come scarto o comunque non idoneo alla commercializzazione si mira a: – Un metodo di separazione meccanica della buccia dalla polpa – La separazione meccanica della polpa dai semi – Estrazione di derivati dagli scarti di prodotto fresco Riutilizzo degli scarti al fine di ricavare nuovi bioprodotti – Introduzione di metodiche irrigue innovative ai fini di una migliore gestione ambientale – Test, prove e analisi di laboratorio a validazione dei risultati – Diversificare la filiera ed ampliare il segmento di mercato coinvolto attraverso l’utilizzo dei bioprodotti previsti – Validazione economica dei risultati di progetto – Introduzione di un processo di modernizzazione gestionale relativo alla tracciabilità per innovare ed informatizzare le tradizionali aziende agricole e permettere una migliore gestione aziendale – Campi sperimentali, convegni, attività scientifica e di divulgazione, sperimentazione di nuovi processi di
estrazione e uso di nuove tecnologie, promozione del prodotto e dei suoi usi innovativi in Italia e all’estero.