Rischio lockdown produttivo: in Sicilia scendono in piazza le sigle con le misure da porre in essere subito

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Rischio lockdown produttivo: in Sicilia scendono in piazza le sigle

Mobilitazione regionale con chiusura delle attività, ieri, a Palermo, contro l’eccessivo rincaro dei costi energetici, delle materie prime e aumento dell’inflazione per le Associazioni Datoriali, Sindacali e dei Consumatori siciliane in piazza con sindaci e cittadini contro il rischio di un imminente lockdown produttivo.

“Un quadro disastroso – evidenziano in un Documento e dichiarano in piazza  – che mortifica i redditi delle imprese, dei lavoratori e delle famiglie”. I dati che emergono dal documento sulla situazione della produzione in Sicilia sono trancianti: dall’inizio del 2022 le imprese sopportano aumenti del costo dell’energia superiori al 300%. Se dovesse perdurare questo trend, entro la fine dell’anno sono stimati rincari fino al 500%. Gli effetti sarebbero devastanti: quasi l’80% prevede una riduzione dei margini di profitto mentre molte altre in Sicilia temono il cosiddetto lockdown produttivo ossia di dovere fermare la propria attività.

Il tema, che è ormai emergenza e questione prioritaria a livello nazionale, ieri a Palermo ha portato in piazza cittadini provenienti da ogni parte dell’isola e le Associazioni Datoriali, Sindacali e dei Consumatori siciliane. I vertici regionali delle sigle, facendosi interpreti del forte disagio e della profonda emergenza che stanno investendo il tessuto socio-produttivo regionale, hanno convenuto di rassegnare la loro preoccupazione per la tenuta economica della società direttamente alle istituzioni politiche sottoscrivendo un Documento Unitario indirizzato al Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani e al Capo di Gabinetto, Prefetto di Palermo, Marinella Iacolare.

Il Documento Unitario e l’elenco delle misure da porre in essere subito

Nel documento, il Tavolo Unitario delle Associazioni ha concordato di sollecitare misure urgenti e concrete, ma anche strutturali, in grado di invertire incisivamente la rotta che, diversamente, porterà al collasso l’intero sistema produttivo della Sicilia oltre che del resto del Paese. Altrettanto allarmante e disastrosa è la situazione economica che riguarda lavoratori, pensionati e famiglie che assistono ad un peggioramento delle condizioni economiche, rischiando di andare incontro ad uno scenario di povertà diffusa, senza precedenti.

La piattaforma rivendica una serie di richieste e misure urgenti da porre in essere subito per evitare un lockdown produttivo sempre più inesorabile. Ecco le soluzioni proposte per arginare la crisi produttiva in Sicilia e che possono trovare applicazione in tutto il territorio nazionale:  

 – l’applicazione immediata e reale di un tetto al prezzo dell’energia;

– una moratoria di 12 mesi, prorogabile di ulteriori 12 mesi per le rate delle bollette in scadenza entro il 31/12/2023;

– l’ampliamento dell’orizzonte temporale per la rateizzazione delle bollette almeno fino a giugno 2023;

l’incremento del credito d’imposta per il caro energia elettrica dal 30% al 50% e l’introduzione di un meccanismo finalizzato allo slittamento del termine per l’utilizzo dello stesso credito d’imposta legato all’energia, ma anche al gas (ex art.1 DL 144 del 23/9/2022 co.1-4);

finanziamenti a tasso agevolato alle imprese per fare fronte alle esigenze di liquidità determinate dall’aumento del prezzo dell’energia elettrica;

– promozione, anche attraverso l’introduzione di uno specifico credito di imposta del 50%, impianti fotovoltaici per autoconsumo delle Pmi utilizzando le superfici dei capannoni e prevedendo semplificazioni nelle relative autorizzazioni e nelle fasi di connessione alla rete;

sospensione dei distacchi per morosità;

ristoro per le PMI utilizzando le risorse regionali disponibili sull’attuale programmazione per creare nuova liquidità atta a compensare il peso del costo energetico già sostenuto;

azzeramento degli oneri generali di sistema almeno per il primo semestre 2023 e, a regime, la riforma strutturale della bolletta attraverso la traslazione, anche parziale, degli oneri generali di sistema sulla fiscalità generale e la previsione della redistribuzione del carico contributivo al sistema degli oneri tra le diverse categorie di utenti sulla base degli effettivi livelli di consumo;

– prelievo di solidarietà sugli extra-profitti – per tutta la durata dell’emergenza – delle imprese di vendita di energia ai fini dell’abbattimento delle bollette delle Pmi e rafforzamento dell’attività di verifica di eventuali speculazioni su forniture di energia erogata;

riforma del mercato elettrico e del gas con l’obiettivo di favorire meccanismi più efficienti e meno onerosi nella formazione del prezzo;

– stabilizzazione delle agevolazioni relative agli ecobonus nel prossimo quinquennio in modo da implementare la produzione da fonti totalmente rinnovabili;

aumento del valore dei bonus energetici e allargamento della platea dei beneficiari attraverso l’innalzamento del tetto Isee;

– promozione e sviluppo delle Comunità Energetiche;

credito d’imposta per tutto il 2022 e il primo semestre 2023 per l’acquisto del carburante agricolo;

– un adeguato e immediato programma di promozione per l’ortofrutta che ha subito notevoli cali di vendita.

Ance Sicilia, Ascom Sicilia, Casartigiani Sicilia, Cia Sicilia, Cidec Sicilia, Claai Sicilia, Cna Sicilia, Confagricoltura Sicilia, Confartigianato Sicilia, Confcommercio Sicilia, Confcooperative Sicilia, Confesercenti Sicilia, Confindustria Sicilia, Copagri Sicilia, Legacoop Sicilia, Movimento Terra è Vita, Cgil Sicilia, Uil Sicilia, Associazione UN.I.Coop. e Adoc Sicilia, chiedono che le istanze contenute nel documento congiunto trovino attuazione al più presto.

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