
Settore vitivinicolo in Sicilia: la guerra strategica di Cantine Settesoli al virus
A due mesi circa dall’inizio del lockdown in Italia, la crisi economica ha mietuto vittime in tutti i settori produttivi. In Sicilia, terra di turismo, agricoltura ed eventi, c’è anche il settore vitivinicolo tra quelli che scontano le conseguenze della stasi produttiva ed economica. Un settore che impiega migliaia di persone e che è una parte rilevante dell’offerta enogastronomica isolana, con aziende e marchi di spicco entrati a far parte, a pieno titolo, del brand Sicilia e dei suoi valori identitari e di qualità.
In questo articolo abbiamo virtualmente incontrato Giuseppe Bursi, presidente di Cantine Settesoli di Menfi, una delle più grandi realtà cooperative d’Europa, al quale abbiamo chiesto come la sua azienda sta affrontando l’emergenza sanitaria Covid-19 e quali strategie sta adottando per non perdere terreno in questa guerra contro l’invisibile nemico.

Cantine Settesoli: viticoltori in Sicilia dal 1958
Con i suoi 2 mila soci e oltre 6 mila ettari di area vitata, prevalentemente concentrata nel Belice, Cantine Settesoli è un moderno esempio di sostenibilità e valorizzazione del territorio, ricerca ed avanguardia tecnologica, marketing e brand identity che si muovono in simbiosi con un territorio naturalisticamente ricco e un habitat unico. A Menfi, principale sede aziendale, il lavoro della comunità ruota prevalentemente intorno alle vigne ed alla loro generosa produzione. Sono 32 le varietà coltivate da Cantine Settesoli tra autoctone e alloctone, tre le cantine nel Distretto delle Terre Sicane, nel 2020 con i vini dell’Etna e il passito l’azienda rafforzerà la propria offerta enologica. Due brand, Settesoli e Mandrarossa, fanno della cooperativa uno dei principali ambasciatori nel mondo del vino siciliano di qualità.
Smart working, e-commerce, turnazioni, presentazioni online: l’organizzazione aziendale di Settesoli per fronteggiare il coronavirus

Anche a Cantine Settesoli, purtroppo, il coronavirus ha portato i suoi effetti nefasti, – ci spiega il presidente Bursi – azzerando le vendite di Mandrarossa, brand destinato esclusivamente al canale Ho.re.ca fermato dall’emergenza sanitaria. Mentre Settesoli, il marchio storico destinato alla grande distribuzione continua ad essere presente negli scaffali dei supermercati con un buon andamento in termini di vendite.
L’azienda, la cui resilienza è insita nei risultati raggiunti e nelle quote di mercato conquistate in tutto il mondo in 62 anni di attività, ha affrontato la crisi adottando un efficiente modello di smart working per circa il 40% dei lavoratori degli uffici amministrativi e marketing, applicando tutte le misure di sicurezza, igiene, turnazione e distanziamento per chi invece è rimasto a lavorare nei locali aziendali. É stato potenziato il canale e-commerce per dare la possibilità a chiunque lo voglia di acquistare i vini Settesoli e Mandrarossa online e riceverli a casa ancora più rapidamente.
Vini dell’Etna: per la prima volta presentazione in conference call e degustazione guidata a distanza
L’azienda, inoltre, non ha perso l’occasione per proseguire con il suo lavoro di marketing, accogliendo la sfida del digitale anche per presentare le due nuove, esclusive etichette della famiglia Mandrarossa: i Vini dell’Etna, dal nome evocativo Sentiero delle Gerle, Etna Bianco Doc 2016 (Carricante 100%) e Etna Rosso Doc 2018 (Nerello Mascalese 100%).
Dopo i Vini di Contrada (2019), arrivano, infatti, altre due bottiglie “iconiche”, simbolo di una identificazione sempre più intensa e pregnante dell’azienda con il territorio isolano. Vini di uve autoctone siciliane, che raccontano attraverso “storie ritrovate” la vera essenza dei territori in cui nascono. I Vini dell’Etna saranno presentati il 30 aprile in videoconferenza, alla presenza “virtuale” della forza vendita Mandrarossa Italia e di 20 giornalisti di settore.
Dal Belìce all’Etna il viaggio di Mandrarossa tra le suggestioni isolane vuole offrire ai wine lovers, il racconto completo di una tradizione del fare vino sviluppata attraverso l’innovazione tecnologica, lo studio e la classificazione dei diversi terroir e delle loro potenzialità, l’utilizzo di tecniche di vinificazione rispettose del valore aggiunto che ogni terra sa dare alle uve. Ne nasce una selezione di bottiglie che raccontano scenari inediti, come dice il claim di Mandrarossa, una “Sicilia che non ti aspetti”, valori e storie ritrovate, sfumature di senso che ispirano la ricerca di un’esclusività che è proprio nel metodo, nell’abitudine e nell’attitudine dell’azienda a produrre qualità attraverso un’incessante voglia di avanguardia e di tutela dell’identità.


Con l’evento online dedicato ai Vini dell’Etna, il 30 aprile, sarà la prima volta che la presentazione di un vino e la relativa degustazione, avvengono interamente da remoto. Lo spiega – comprensibilmente fiero dello sforzo – Giuseppe Bursi che, pur alle prese con una situazione senza precedenti per l’azienda, ha deciso di affrontare tutte le sfide imposte dal lockdown determinato a realizzare, per quanto possibile, i progetti in programma per il 2020.
Le prospettive
La speranza di tutti noi di Cantine Settesoli – aggiunge Bursi senza nascondere la sua preoccupazione per la situazione attuale e per le sue prospettive – è quella di poter, a settembre, tenere il consueto appuntamento con il Mandrarossa Vineyard Tour, l’evento che celebra in due giorni di degustazioni, musica e sport, i luoghi e i rituali del vino proprio nei vigneti Mandrarossa dove, a contatto con la natura e le brezze marine delle spiagge di Bertolino, le uve acquisiscono la loro inconfondibile personalità.
Infatti, se già molti appuntamenti sono stati annullati e altri non potranno tenersi nei prossimi mesi, non poter svolgere eventi a settembre significherebbe, in una più ampia visione della situazione del comparto, trovarsi di fronte a perdite enormi, al concreto rischio per la tenuta di quei brand che lavorano esclusivamente con il canale Ho.re.ca, con conseguenze ulteriori per tutto l’indotto. Di fronte ad un simile scenario – conclude Bursi – dovremo essere pronti a trovare soluzioni e strategie nuove per mettere in salvo e rilanciare le nostre imprese e le nostre economie così duramente colpite da questa emergenza.