Crisi della ristorazione italiana: “chiediamo misure più concrete e veloci per scongiurare chiusure definitive”. L’intervista con Proietto Di Silvestro, presidente di Ristoworld Italy.
La ristorazione è tra i settori più colpiti dal blocco economico e sociale determinato dall’emergenza Corona Virus. Motore trainante dell’economia italiana, insieme a viaggi, turismo, moda e beni di lusso, nel solo primo trimestre 2020 il settore rischia di registrare perdite per 10 miliardi di euro, con oltre 700mila lavoratori fermi. “Per queste persone – dichiara il presidente di Ristoworld Italy, Marcello Proietto Di Silvestro – le misure di sostegno al reddito sono vitali. È fondamentale ripartire al più presto possibile le risorse previste dal decreto Cura Italia per la cassa integrazione in deroga tra le diverse Regioni, emanando i decreti interministeriali e le disposizioni dell’Inps. Allo stesso tempo è fondamentale che le Regioni sottoscrivano immediatamente gli accordi con le parti sociali per stabilire i criteri di assegnazione dei contributi. Interventi che servono non solo a dare ossigeno ma a permettere che lo stop provvisorio delle attività di ristorazione non si trasformi in chiusura definitiva”.
Contro la crisi della ristorazione servono misure “rapide e a fondo perduto”
Tantissime le figure, tra lavoratori dipendenti, professionisti, free lance e stagionali, che ruotano attorno al mondo della ristorazione. I primi a subire gli effetti immediati della stasi da Covid-19 sono stati i titolari di esercizi commerciali: ristoranti, pizzerie, bar, paninoteche, pub ed atri ancora che non possono trovare ristoro soddisfacente negli esigui sostegni una tantum o in meri rinvii di adempimenti fiscali. “Si sta continuando – prosegue Proietto – a non prendere nella giusta considerazione quanti ogni giorno mettono mano al portafoglio, assumono i lavoratori e pagano gli stipendi. A questi imprenditori, piccoli e medio grandi, bisogna dare un sostegno nel lungo periodo che non consista soltanto nel ritardare di qualche mese il pagamento delle tasse che poi andrà assolto comunque generando ulteriore indebitamento. Servono misure a fondo perduto. Misure straordinarie per un problema straordinario!”
Riconversione e misure straordinarie per la Food delivery
Tra le misure auspicate vi è quella di favorire la riconversione delle attività di quanti hanno intenzione di impegnarsi nel settore del cibo da asporto, snellendo le procedure burocratiche, prevedendo misure quadro uniche su tutto il territorio nazionale per gli adempimenti di legge e dando sostegno a fondo perduto per la riconversione aziendale, l’acquisto dell’attrezzatura, l’utilizzo della tecnologia. A questo proposito Ristoworld Italy ha aderito all’iniziativa proposta da Stefano Catalano, presidente di Cifa Unione Pizzaioli Italiani, condivisa anche dal presidente Sicilia Disciples D’Auguste Escoffier, chef Giovanni Lorenzo Montemaggiore, per la definizione di uno standard proprio sul Food delivery. Sul sito di Ristoworld Italy è possibile scaricare tutte le informazioni sull’iniziativa che si aggiunge a quella avviata sul web, #cucinoin40ena, il contest di condivisione di video-ricette sui social per contribuire al buonumore in cucina in tempi così difficili per gli italiani.
La sfida per il futuro: strategia su costi e qualità
Come sottolineato dalla Federazione Nazionale dei Pubblici Esercizi, negli scorsi giorni, in questa fase di emergenza è indispensabile che aziende e lavoratori possano accedere alle misure di sostegno nel più breve tempo possibile. La rapidità può far la differenza tra la sopravvivenza e la morte di un’impresa, soprattutto per quelle piccole. Il mercato italiano nei prossimi mesi sarà quindi chiamato a fare i conti con la crisi degli arrivi degli stranieri e con i danni ingenti prodotti dalla chiusura e dal fermo forzati. “La scommessa dei prossimi mesi – aggiunge il presidente di Ristoworld Italy – sarà quella di approntare una strategia accurata di costi e qualità dove al centro riportare la presenza dell’ospite italiano, sempre più consapevole, esigente e con una grande voglia di riappropriarsi degli spazi e delle libertà. Dobbiamo essere bravi in questo percorso ma lo Stato e, soprattutto l’Unione Europea, devono fare la propria parte.”